LA STORIA
Un’antica tradizione vuole l’Abbazia di San Martino fondata da Papa Gregorio Magno. In verità San Gregorio avrebbe fondato ben sei monasteri in Sicilia su altrettanti territori di proprietà della famiglia materna.
Di molti di questi Monasteri ne parla lo stesso Pontefice nelle sue lettere, e in ben due fa riferimento ad un monastero che porta il nome di San Martino e che sicuramente si trovava nel territorio immediatamente vicino alla città di Palermo.
Nel documento vengono fatti i nomi di sei Monaci Benedettini del Monastero di San Nicola, sito alle falde dell’Etna, i quali furono cooptati dall’Arcivescovo per dar vita ad un Monastero nel Feudo già allora detto di San Martino, di pertinenza del vescovado monrealese.
Tra questi Monaci spicca il nome del fondatore, il Beato Angelo Sinisio, un uomo dalle spiccate qualità spirituali e organizzative che, in breve tempo, costruì il primo Monastero, accolse altri uomini desiderosi di condividere con lui l’ideale monastico e impiantò nello stesso Cenobio quelle attività tipiche dei Monasteri Benedettini, tra cui la coltivazione dei campi e delle erbe semplici per la cura delle malattie e uno scriptorium per la riproduzione dei codici.
Nei secoli successivi l’Abbazia di San Martino si trovò a condurre un ruolo di notevole importanza nel territorio circostante. I suoi influssi sono ricordati dagli storiografi sia in campo civile che ecclesiastico.
A partire dalla fine del Cinquecento vennero rielaborate le antiche strutture architettoniche, coincidendo in quel periodo l’ingresso del cenobio nella congregazione cassinese, una unione di monasteri benedettini che aveva come primo intento quello di favorire la collaborazione tra le abbazie presenti nella penisola italiana.
La vita culturale dell’abbazia durante questi secoli si presenta vivace e originale: produzioni e committenze artistiche, attività editoriali, insegnamento. Il centro propulsore degli studi è indubbiamente la biblioteca che diventa un polmone inesauribile che attira studiosi e ricercatori da ogni parte.
Inoltre, il gusto per l’arte e per il collezionismo rendono possibile l’allestimento di un museo, composto da opere artistiche dall’età ellenistico-romana al medioevo, e di una quadreria. A questo periodo sono legati alcuni nomi di monaci noti nell’ambiente culturale dell’epoca: Don Pierantonio Tornamira, Don Stefano D’Amico, i fratelli Don Salvatore Maria e Don Giovanni Evangelista Di Blasi, Don Michele del Giudice e altri.