LA STORIA
Le origini di Monte Oliveto Maggiore sono legate all’esperienza religiosa del nobile senese Giovanni Tolomei (1272-1348), il quale, assunto il nome di Bernardo, nel 1313, insieme ad Ambrogio Piccolomini e a Patrizio Patrizi, si ritirò a vita eremitica nei pressi di Chiusure e, poco dopo, dette vita ad una nuova Congregazione Monastica fondata sostanzialmente sulla Regola Benedettina, che si voleva far rivivere nel suo rigore originario.
Di qui l’intento riformatore del nuovo Ordine “Olivetano” – che promosse una serie di Fondazioni collegate alla Casa Madre – e la particolare cura che sin dall’origine fu dedicata allo studio, grazie alla quale Monte Oliveto Maggiore divenne ben presto un importante centro culturale, artistico e librario.
Monte Oliveto Maggiore ha da sempre goduto di uno statuto speciale e l’Abbazia territoriale è a tutt’oggi immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Essa comprende quattro parrocchie site nel Comune di Asciano: Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore, San Florenzo a Vescona, San Giovanni Battista a Pievina (già aretina, aggregata nel 1963), San Michele Arcangelo.
Dove si trovano e a che Ordine appartengono
Come detto, l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore è un Complesso Monastico all’interno del Comune di Asciano, sede dell’Abate Generale della Congregazione Benedettina di Monte Oliveto. E’ una Congregazione molto devota alla Madonna, cosa evidenziata dal colore bianco dell’abito indossato dai monaci.
Prodotti
All’interno dell’Abbazia si trova un’azienda agricola in cui viene applicato un processo produttivo di agricoltura integrata, a basso impatto ambientale. E’ un modello di agricoltura rispettoso delle risorse naturali e della conservazione delle biodiversità. I principi su cui si basano le operazioni colturali consentite sono ispirati al contenimento dell’erosione e al mantenimento della fertilità del terreno attraverso rotazioni delle colture e sovesci, riducendo le fertilizzazioni con prodotti di sintesi e il diserbo chimico. Si coltivano farro, grano duro e tenero, orzo, avena, favino, cece e alessandrino. Sono presenti anche quaranta ettari di tartufaie.
All’Abbazia appartiene una lunga tradizione di produzione del vino. La costruzione in mattoni “faccia a vista” della storica cantina nei sotterranei del Monastero, risale alla prima metà del 1300. E’ composta da due parti: un tinaio per la vinificazione delle uve e un locale per lo stoccaggio del vino in botti di legno. Lo spazio occupato dal tinaio e dalla cantina, il numero e le dimensioni dei tini e delle botti testimoniano come l’Abbazia sia stata il punto di riferimento e di raccolta, non solo delle proprie uve ma anche di quelle prodotte dai contadini della zona.
Prodotti: vino, grappa, olio extravergine di oliva, farro, ceci.